A Fontanella, via in cui sono nata e cresciuta , c’è un posto da sempre chiamato ” ‘ncapu l’ aria”. Per anni mi sono chiesta cosa significasse, fino a quando mia zia Mafalda, saggia sorella ultra ottantenne di mia madre, mi raccontò che quel posto era un tempo destinato alla adunata e battitura del grano, da parte di mio nonno e la sua famiglia.
Abbino questo racconto ai miei nitidi ricordi di mio padre, di zio Vittorio, quando arrivava il giorno ” da trebbia” , una festa familiare che univa grandi e piccini.
Ricordo quelle giornate calde nella località di Margi, che diventava per ore scenario di fatica e sudore per gli uomini, e meraviglia e stupore per noi bambini; ricordo” ‘ u mursiallu ‘ntra sporta” , preparato da mia madre e zia Carmela , c’era di tutto, dal pane fatto in casa , alla frittata, al vino era il momento del riposo ” ‘sutta u ciavuzu, tutti insieme.
Erano gli anni di un tempo che non torna più, ma che lascia un’eredità.
Oggi, infatti, mi ritrovo ‘ncapu i Margi a fotografare la trebbiatura.
La mia famiglia, ” i Sacchi” sono impegnati nel raccogliere il grano seminato.
Ciò che vedo non è la stessa scena che ho nei miei ricordi, non ci sono i volti a me tanto cari, sembra tutto più moderno …
ma la “distesa d’ oro” è la stessa , la forza , la grinta, la fatica e la passione dei miei fratelli e dei miei nipoti richiama quella che un tempo portava a casa orgoglio e ricchezza.
La tradizione della semina e trebbiatura del grano è finalmente tramandata.
Pubblicato da: Elvira Sacco
Fonte: Facebook